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Mandragora officinarum L.

Famiglia:
Solanaceae
Nome italiano:
Mandragora officinale
Nome francese:
Mandragore officinale
Status:
EX
Frequenza:
N.A.
Origine:
autoctona dubbia (criptogenica)
Prima segnalazione:
1785
Lista Rossa/Nera regionale:
RE
Habitat:
macerie, incolti, rupi
Distribuzione

Segnalata "In montibus Augustae Praetoriae" da Cornaglia in ALLIONI (1785), dato probabilmente ricavato dal campione di Bellardi (TO !) indicato per le "Rupi assolate della Valle d'Aosta", unica testimonianza concreta della presenza quanto meno storica nella regione di questa specie non ritrovata già dai botanici che seguirono. Un campione storico e non datato in AO-S.SFV è molto incompleto (costituito solo da una foglia) per poter permetterne il riconoscimento e la conferma.
Le ricerche condotte dal Priore J.-A. Gal nell’Ottocento e riportate su un manoscritto rintracciato dall’abbé Henry (HENRY, 1909b) hanno portato però a raccogliere alcune testimonianze. Così, secondo l’avvocato L. Christillin la Mandragora era presente sulle montagne di Saint-Nicolas; il dr. C.-A. Boggioz l’avrebbe vista, quando era studente, nei boschi di Felina (Charvensod) e secondo Henry la sua descrizione toglierebbe qualsiasi dubbio sulla corretta identificazione; J.-A. Bens avrebbe visto la pianta nel luglio del 1859 "un peu au-dessus du hameau de Rhin, à la droite du Buthier et à une petite distance du chemin tendant de Gignod à Valpelline, c'est-à-dire en montant un petit trajet sur la colline au couchant du dit chemin", dato che confermerebbe una precedente indicazione del padre Favre di Ayas, docente di storia naturale e botanico morto nel 1824 o nel 1828 che, in nota al suo esemplare della Flora Pedemontana di Allioni, scrisse "Trouvée au pied de Douves vers Rheins"; ancora, il dr. Christiani l’avrebbe vista a Ville sur Sarre e lo studente di medicina T. Bich a Châtillon, sul versante di Ussel.
Passando ad altra fonte, CARREL (1866) cita una nota letta presso l'erbario dell'Orto Botanico di Torino, secondo la quale J.-M. Gonthier l’avrebbe trovata in Valtournenche "à la distance d'à peu près d'une heure au delà de l'église du côté du levant dans un pré entre un sentier qui partage le bois et le pré".
In ogni caso, le richerche compiute tra fine ‘800 e inizio ‘900 da personaggi come Ferina, Trèves, Vaccari e Henry, non raggiunsero alcun risultato, tanto che già all’epoca Madragora officinalis veniva considerata specie estinta nella regione. Vaccari, in nota al lavoro citato dell’Henry, riteneva però che in Valle d’Aosta la Mandragora fosse solo coltivata per le sue proprietà "magari lungi dalle case, nei luoghi ritenuti più adatti dagli antichi botanici e botanicastri e quindi o naturalizzata o conservatasi per un certo tempo".

Piani altitudinali
piani altitudinali
Herb. (campione teste)
TO-HP: "Rupi assolate in Valle d'Aosta", s.d. - Bellardi det., Bovio conf.
Riferimenti bibliografici
BOVIO, 2014: 443; ALLIONI, 1785: I-125; CARREL, 1866; TIBALDI, 1896; TIBALDI, 1897; HENRY, 1909b; FORNERIS et al., 2011: 53, 78